Settimana complicata a Monfalcone. Abbiamo iniziato parlando di quattro minorenni e del loro velo integrale, e concluso con il varo dell’ultimissima nave da crociera dallo stabilimento di Fincantieri.
Partiamo da qui.
Più precisamente dalle parole di Luca Ciriani, il ministro di Fratelli d’Italia che, presente al varo, ha tessuto le lodi e parlato di un bel biglietto da visita per il “made in Italy”.
Non so voi, ma quando noi pensiamo al made in Italy, ci vengono in mente le sfilate di moda, i maestri artigiani, gli enologi del collio. Non Monfalcone.
A Monfalcone non ci sono sfilate che scendono da Salita Granatieri.
La città è stata invece fortemente destrutturata dal modello produttivo di Fincantieri, un modello fondato sull’importazione di lavoratori stranieri a basso costo, sul circuito dell’appalto e subappalto, su una spirale di salari bassi, perdita di coesione sociale, rialzo degli affitti, inaridimento del tessuto commerciale. Come mai la destra denuncia i gravi costi sociali quando parla ai Monfalconesi, mentre alle inaugurazioni racconta, ad un’ ampia vetrina, la storia del lucente esempio di made in Italy?
Proponiamo un’ idea… Per i prossimi vari… Ogni relazione con la grande fabbrica dovrebbe partire non da elogi di circostanza, ma da una discussione sui costi sociali di questo modello produttivo, dalla creazione di nuovi servizi e nuove opportunità per chi, Monfalconesi in primis, ne ha pagato il prezzo in questi anni. Sono possibili nuove sinergie: per la fabbrica e per la città.
Tra i costi sociali, poi il primo a cui si dovrebbe fare fronte è proprio la condizione di frammentazione e disagio in cui si trovano le giovani ed i giovani in città. Un disagio che si esprime talvolta con forme di piccola devianza, in altri casi con un tempo incomprensibili episodi di integralismo, come quello con cui è cominciata la settimana, situazioni in cui l’istituzione scolastica è stata lasciata da sola per troppi anni. Sola e senza nemmeno un quadro normativo chiaro…
Classi troppo numerose per la sfida dell’integrazione, mediazione culturale soppressa per decisione politica, proclami trionfanti sulle quote di stranieri, sempre smentiti dai fatti, in generale troppi discorsi ideologici e poca sostanza.
Noi pensiamo che servano soluzioni, non propaganda.
Non basta qualche dichiarazione della politica, non basta indignarsi, occorre destinare subito un impegno economico straordinario per restituire alla scuola il ruolo di ascensore sociale e maestra di libertà. Occorre:
- Ascoltare e valorizzare impegni e progettualità specifiche già in essere nelle scuole del territorio
- Ripristinare la mediazione come strumento rapidamente attivabile dagli istituti
- Costruire e finanziare, attraverso i servizi sociali, percorsi ad hoc per gli studenti a più alto rischio di dispersione scolastica
- Discutere con l’ufficio scolastico regionale specifiche deroghe per le scuole con una popolazione studentesca in situazioni di maggior svantaggio
- potenziare le attività di educativa di strada nell’ ambito del più ampio progetto di lotta al disagio giovanile
Negli ultimi 20 anni, la scuola è stato l’unico vero luogo di integrazione e socialità per i giovani ed anche per i loro genitori. È qui che dobbiamo investire, perché continui a svolgere questo suo compito.
Questa è la nostra visione. Se anche tu credi che Monfalcone abbia bisogno di un cambio di passo e di una politica che rimetta al centro i cittadini – a partire proprio dalle giovani generazioni – il 13 e 14 aprile hai l’occasione di scegliere una strada diversa.
Partecipa al cambiamento!